W.I.T.C.H. e la nascita dell’Euromanga | La magia che ha reso il fumetto italiano un fenomeno gobale
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Nei primi anni 2000, in Italia, non c’erano molti fumetti pensati per le ragazze, tranne le riviste di svago e gossip. I fumetti erano per lo più “per ragazzi”. Ma in realtà un corposo pubblico femminile era appassionato di fumetti. Così, a cambiare tutto, uscì W.I.T.C.H..
È il 2001 quando Disney Italia pubblica il primo numero, un po’ in sordina. Eppure, contro ogni aspettativa, quella stessa serie a fumetti vendeva circa 20 milioni di copie l’anno in tutto il mondo. Creata da Elisabetta Gnone e illustrata da Barbara Canepa e Alessandro Barbucci, W.I.T.C.H. racconta la storia di cinque adolescenti dotate di poteri magici: Will, Irma, Taranee, Cornelia e Hay Lin. Mescolando una storia di crescita a elementi fantasy, W.I.T.C.H. diventa il simbolo di una generazione.

Il realismo dei personaggi di W.I.T.C.H., lontane dagli stereotipi
W.I.T.C.H. non è solo magia. Anche se questa ha un ruolo centrale, come in Harry Potter e Sailor Moon, la forza principale dei fumetti è stata la possibilità di identificarsi con i protagonisti. Le protagoniste sono cinque ragazze per molti aspetti vicine alle lettrici: dai problemi a scuola, con i ragazzi fino ai genitori che, come direbbe ogni adolescente, “non le capiscono”.
Le protagoniste non sono ragazze stereotipicamente belle. La ragazza bella, bionda e dagli occhi azzurri, nasconde profonde insicurezze. C’è la ragazza con gli occhiali, il maschiaccio, quella divertente che sembra non prendere nulla sul serio. In più, ci sono persone di costituzione e di etnia del tutto diverse. Il gruppo W.I.T.C.H. era un po’ come le Spice Girls dei fumetti. Chiunque poteva identificarsi con loro.
W.I.T.C.H. e le difficoltà dell’adolescenza
La trama principale riguarda le loro missioni e avventure. Ognuno di loro controlla un elemento naturale (acqua, fuoco, terra, aria). Solo una, Will, è il guardiano del cuore di Kandrakar. Kandrakar è una dimensione parallela situata al centro dell’Infinito. Qui vivono i saggi guidati dall’Oracolo. Quest’ultimo ha il compito di affidare alle ragazze le loro missioni per mantenere la pace tra i mondi dell’universo.
Oltre a questo, i temi trattati vanno dal bullismo alla scoperta di sé, fino all’accettazione delle proprie divergenze con il resto del mondo e della propria identità. Il primo numero si apre con Will che, da eterno maschiaccio, mette in dubbio il suo stile dopo aver conosciuto i suoi nuovi compagni di scuola. È scoraggiata perché il suo corpo non si è ancora sviluppato. La storia non teme di affrontare problemi all’apparenza superficiali, che però, a 14 anni, sembrano insormontabili, proprio come sconfiggere chi vuole conquistare il mondo.
La serie affronta anche temi di portata più universale, come l’amore, la sessualizzazione e persino il lutto: è il caso della morte della nonna di Yan Lin o del ghiro domestico di Will. Tutto questo, insieme alla magia, è W.I.T.C.H., un prodotto che accompagna i lettori nella crescita.
W.I.T.C.H. e la nascita dell'”Euromanga”: stile e illustrazioni
Oltre ai temi e al pubblico, W.I.T.C.H. è un fumetto innovativo anche per quanto riguarda le illustrazioni. Infatti, W.I.T.C.H. diventa rapidamente il capostipite di un genere in ascesa: l’Euromanga.

Sailor Moon è stata una chiara fonte d’ispirazione, così come altri manga shojo. Soprattutto quelli del sottogenere maho shojo manga, che combinano elementi fantasy, comici e romantici. In Giappone esistono da anni fumetti femminili con un pubblico di lettori ben consolidato. Questo nuovo genere occidentale ha attinto a piene mani dal repertorio asiatico, coniando il termine di Euromanga.
“Inizialmente avevo proposto delle ragazze in stile steampunk e militare: Ero un grande fan di Tank Girl di Hewlett e Martin – ha spiegato Alessandro Barbucci al sito web Heroica – Elisabetta Gnone mi disse che come concept era troppo “maschile” e mi propose le cinque streghe: da lì ci siamo ricollegati direttamente al manga. In Disney Italia c’era chi temeva che, dato il tema, si sfociasse nel satanismo, ma ciò che più spaventava erano gli occhi disegnati in stile manga!”. “Per loro era inconcepibile pensare di pubblicare un fumetto anche solo vagamente ispirato ai manga, che all’epoca erano i loro diretti concorrenti in edicola”, aggiunge Barbara Canepa, ricordando i primi passi.
Barbucci e Canepa, illustratori di W.I.T.C.H., sono stati tra i principali esponenti dell’Euromanga anche all’estero, con il loro fumetto Sky Doll. E, sempre con Francesco Artibani, autore a sua volta di W.I.T.C.H., hanno adottato lo stile Euromanga per un’altra saga a fumetti Disney, Monster Allergy.
Il coraggio delle idee: la rivoluzione della serie W.I.T.C.H
Sono passati più di vent’anni dall’uscita del primo numero di W.I.T.C.H.. Decenni in cui la serie è diventata un progetto crossmediale, con la pubblicazione di romanzi, il debutto di uno show televisivo e l’elaborazione di innumerevoli articoli di merchandising.
La serie è riuscita a raccontare qualcosa di nuovo, raggiungendo un pubblico vastissimo e, soprattutto, trasversale perché, a leggere le avventure delle Cinque Streghe, non erano solo ragazze, ma anche molti ragazzi. I temi e il linguaggio di W.I.T.C.H. erano compresi in ogni angolo del mondo e il successo internazionale lo ha dimostrato.
Francesco Artibani, autore di W.I.T.C.H., per Nerdpool
Alla fine degli anni ’90, nemmeno Disney si sarebbe aspettata un trionfo del genere. Dopo il successo di PKNA e Mickey Mouse Mystery Magazine, Disney stava cercando un prodotto esclusivo per ragazze. Ma l’attenzione era rivolta soprattutto alle storie con Paperina, che difficilmente avrebbero attratto un pubblico di preadolescenti.
Grazie all’impegno e alla costanza dei suoi autori (e a qualche piccolo intrigo), W.I.T.C.H. ha portato al pubblico non più animali antropomorfi, ma vere e proprie ragazze in cui identificarsi. E, dai soli nove numeri previsti, ha fatto il giro del mondo e la storia di un genere di fumetti per adolescenti.
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