Il valore del Background nei TTRPG | Come creare un personaggio efficace nei giochi di ruolo?

Postato il 29 Settembre, 2025

Nei TTRPGTabletop Roleplaying Games – il primo passo che un giocatore deve compiere per addentrarsi in un’avventura è la creazione del personaggio. Un elemento fondamentale della caratterizzazione di ogni PG, – Personaggio Giocante – specialmente nei giochi con una forte componente narrativa come Dungeons & Dragons o Blades in the Dark, è il background.

Questo ingrediente narrativo definisce lorigine e la storia di un PG fino al momento dell’inizio della campagna di gioco. Legami familiari e affettivi, luoghi in cui si è costruito il vissuto del personaggio ed eventi chiave per il suo sviluppo: questi sono solo alcuni dei tanti elementi che rendono il background una parte essenziale per la creazione di un PG.

Durante la costruzione di un personaggio, il background viene spesso ridotto a un paio di abilità extra, una connessione o un difetto. Questo può rendere quella che sarebbe una parte fondante del percorso del proprio PG una semplice prassi affrettata. Tuttavia, ridurlo a un elemento puramente meccanico significa perdere una delle leve più potenti per rendere un personaggio coerente, realistico e strutturato.

Le fondamenta di un personaggio

Un background efficace non è soltanto un’ambientazione di contorno, ma un’ impalcatura su cui si costruisce l’identità del personaggio. Serve a spiegare non solo le sue azioni, ma i motivi che ci sono alla base. Le regole possono suggerire un archetipo – nobile decaduto, orfano cresciuto per strada, studioso eccentrico – ma queste etichette, se non vengono interiorizzate e vissute, restano superficiali.

Scegliere un background coerente e realistico consente al giocatore di rispondere naturalmente alle situazioni di gioco. È ciò che distingue un personaggio scritto per ottimizzare una build – cioè l’insieme di abilità e statistiche che formano la scheda del PG – da uno credibile e ben inserito all’interno dell’universo narrativo in cui è nato e di cui fa parte.

Questo strumento funge da ponte tra personaggio e giocatore, aiutando quest’ultimo a buttare le basi del roleplay e agevolandolo a calarsi per la prima volta nella sua nuova identità. È questo il cuore pulsante del gioco di ruolo: interpretare un’anima, non solo una combinazione di statistiche.

Un linguaggio comune tra giocatore e master

Spesso i manuali dei TTRPG offrono la scelta di background scritti già pronti all’uso. Alcuni giocatori più navigati potrebbero però trovare questa opzione – comunque utile per i neofiti – troppo superficiale. Un’alternativa è quella di mettersi in gioco e partecipare alla scrittura.

Un dialogo creativo con il GMGame Master – apre alla possibilità di costruire scenari interattivi più coinvolgenti. Un master che conosce e utilizza il background può seminare eventi, PNG Personaggi Non Giocanti – e dilemmi che dialogano con le motivazioni profonde del personaggio. Al contempo, un giocatore può offrire terreno fertile per lo sviluppo della sua storia lasciando spazi aperti, ambiguità o ferite non chiuse. In questo senso, il background diventa un patto narrativo: “Ecco le corde del mio personaggio. Suonale, se vuoi farlo danzare”.

Il background tra scelte personali e coerenza narrativa

Troppo spesso però il background è percepito come un monologo, una “storia scritta” che il master deve leggere e accettare. Una delle illusioni più comuni è, infatti, che il background sia solo nelle mani del giocatore. In realtà, è il master, creatore del mondo di gioco, a detenere le chiavi narrative per dare forma e profondità a ogni storia personale. Un giocatore può indicare preferenze, suggestioni o desideri generici per la storia del proprio personaggio. Solo il master, tuttavia, conosce davvero il tono, le sfumature e la coerenza del mondo in cui quella storia si inserisce.

Affidare al master la responsabilità di sviluppare gran parte del background non è una limitazione, ma è anzi un potenziale valore aggiunto. Il giocatore interpreta una figura che appartiene al mondo di gioco, non a qualcosa di esterno. Per questo motivo, solo il GM può inserirla coerentemente nell’universo che ha creato, garantendo così integrità, realismo e naturalezza alla sua backstory. Ogni personaggio che ha un ruolo all’interno dell’universo narrativo della campagna sarà così figlio del mondo per il quale è stato ideato.

Va però detto che, nonostante i numerosi vantaggi che comporta lasciare al Master le redini del background di ogni PG, questo processo è comunque impegnativo. Il GM, infatti, si troverebbe così ad aumentare in maniera considerevole il livello di preparazione della campagna. Dover tenere in considerazione intrecci, collegamenti e PNG relativi al background di ogni personaggio non impiega solo tempo, ma richiede anche esperienza e abilità di scrittura. Inoltre, senza conoscere gusti e inclinazioni dei giocatori, il Master rischia di proporre un nucleo narrativo poco adatto a loro, con il pericolo di non riuscire a coinvolgerli pienamente.

Il background come prologo di una nuova avventura

Per dare la prima scintilla al personaggio, Master e giocatore possono ruolare una o più sessioni di gioco preparatorie. Durante queste sessioni, svolte individualmente con ogni giocatore, quest’ultimo vivrà in prima persona gli eventi fondamentali del background stesso.

Se svolto in questo modo, il background funge da prologo per il PG ed è utile per calarsi nei panni del personaggio prima dell’inizio dell’avventura. Inoltre, essendo l’unica sessione a tu per tu con il GM, dà l’opportunità ad ogni giocatore di adattarsi alle regole, alle caratteristiche del nuovo mondo e alla propria nuova identità. Un altro vantaggio è l’elemento sorpresa. Il giocatore, infatti, potrà lasciarsi stupire dalle scelte prese dal master nell’adattare le sue richieste con il mondo di gioco.

La vera anima del roleplay

Il vero background è quello che direziona il comportamento del personaggio in ogni scena, anche quando le regole non lo richiedono. È il contesto invisibile dietro ogni esitazione, ogni scelta, ogni reazione emotiva. Senza di esso, i personaggi sono gusci vuoti, incapaci di coerenza, privi di tensione drammatica.

Investire nel background significa costruire fondamenta solide per la fiction condivisa. Non si tratta di “recitare meglio”, ma di avere un’identità credibile da esplorare che, sessione dopo sessione, si rivela attraverso il gioco. È questo senso di scoperta – personale, narrativa e collettiva – che distingue il roleplay più profondo da una semplice partita con i dadi.

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