Baldur’s Gate 3 | La rivoluzione che ha cambiato i giochi di ruolo per sempre
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Di pochissimi videogiochi si può dire ormai che abbiamo ridefinito il medium, aggiungendo qualcosa di davvero originale. In un mercato fiorente e produttivo come mai prima d’ora il pubblico è sempre più esigente. Ma fortunatamente, ci sono ancora casi che colpiscono la sua attenzione. Baldur’s Gate 3 è uno di questi.
Uscito nell’estate del 2023, il terzo capitolo della saga di Baldur’s Gate è stato sviluppato dalla software house belga Larian Studios. In soli 4 mesi, questo gioco ha battuto ogni record e si è conquistato il Games Award come Gioco dell’Anno. Il Ceo di Larian Studios, Swen Vincke, ha ritirato il premio indossando l’armatura del gioco, in una scena memorabile.
Ci sono molte ragioni che rendono questo titolo RPG così amato dal pubblico: il gameplay, la storia, l’ambientazione, le scelte necessarie e i personaggi. In una parola, uno storytelling che rende Baldur’s Gate 3 l’apice del gioco di ruolo.
E quando si parla di gioco di ruolo, si pensa subito al leggendario Dungeons and Dragons. Ma per comprendere la forza di questo tipo di narrazione, dobbiamo capire come questo linguaggio narrativo si è evoluto nel corso della storia.
La narrativa fantasy approda nel mondo del gioco
Il potere delle storie è fondamentale per gli esseri umani. In particolare, un tipo specifico di narrazione, forse il più antico, ha avuto grande impatto sulla società: la narrativa fantasy.
Questo perché l’elemento fantastico offre il terreno per esplorare alcuni concetti fondativi della natura umana. Permette di riflettere sulla propria condizione esistenziale attraverso l’evasione in universi immaginari con regole, eventi e personaggi unici. Dai miti e leggende del folklore e delle religioni, fino alla cultura popolare della società moderna, l’immaginario fantasy ha sempre assunto il ruolo di specchio in cui riflettere la complessa esperienza umana.
In particolare, l’ambientazione medievale ha dato ispirazione ad epopee fantasy che sono arrivate fino a noi, a partire dalla letteratura. La Leggenda di Re Artù e L’Orlando Furioso sono i casi più celebri. Con l’era moderna questi racconti sono entrati nell’immaginario artistico e nel mondo dell’intrattenimento. Così, l’ultimo secolo si è popolato di mondi fantastici, in forme completamente diverse.
Da capolavori letterari, come Il Signore degli Anelli, a fenomeni cinematografici come Star Wars. Ma c’è un’altra dimensione in cui l’immaginario fantasy, più che mai, ha preso piede ed è riuscito a esprimere il suo massimo potenziale: il gioco.
Dungeons & Dragons: le origini del gioco di ruolo
Gli anni ’60 e ’70 sono stati un’epoca di grandi cambiamenti sociali, fermento e modernizzazione. I canoni sociali tradizionali sono stati messi in discussione e si cercavano forme di evasione dalla realtà. Una prima risposta è arrivata dai nuovi universi narrativi di grande successo e con i primi computer e console. Ma soprattutto, con la nascita della cultura dei club e delle convention: luoghi dove hobby e passioni potevano essere condivisi e discussi.
In questo contesto sociale vivevano due amici di Chicago, Gary Gygax e Dave Arneson. La loro passione per le saghe fantasy e i wargame li portò, nel 1974, a pubblicare un gioco che avrebbe cambiato per sempre il panorama nerd. Il gioco di ruolo Dungeons and Dragons.
Le regole: il Dungeon Master è il narratore che guida il viaggio dei giocatori e pianifica l’intero corso del gioco. I giocatori interpretano personaggi con storie e abilità uniche. Infine, tutti i partecipanti costruiscono il mondo in cui si svolge l’avventura (worldbuilding).
Si vive l’avventura cooperando con altri giocatori, sconfiggendo creature malvage, potenziando il personaggio con nuovi poteri e tirando dadi poliedrici per districarsi in situazioni sempre diverse. In D&D le parole d’ordine sono creatività e immaginazione.
Le dinamiche e i concetti che questa esperienza di gioco porta con sé hanno fatto nascere fenomeni come il cosplay, i giochi di carte collezionabili, il concetto di worldbuilding e i giochi strategici.
Dal tavolo allo schermo: come il fantasy ha conquistato i videogiochi
L’impatto sulla cultura pop è stato così dirompente da poter parlare di un prima e dopo Dungeons and Dragons. Questo perché questo gioco ha fatto discutere (più della musica Rap e dei videogiochi messi insieme).
Infine, ci sono il cinema e le serie TV. L’industria cinematografica è ricca di citazioni e scenari che si riferiscono all’universo di D&D. Il più iconico è Stranger Things. Questo show, diventato una delle serie più popolari degli ultimi anni, è una grande lettera d’amore a quel tipo di immaginazione e cultura. Basti pensare al protagonista principale, il Mind Flayer. Questo personaggio è nato con Dungeons and Dragons e descrive una razza aliena capace di controllare le menti di coloro che infetta.
Se questo non è abbastanza convincente, c’è un altro medium in cui D&D ha cambiato per sempre le regole: quello dei videogiochi.
Con il lancio di nuove console, con prestazioni sempre più efficienti, i videogiochi sono diventati il veicolo di un immaginario fantasy con potere immersivo senza precedenti. Un ecosistema perfetto per lo sviluppo di Baldur’s Gate.
Baldur’s Gate: dalle origini al terzo capitolo
Originariamente sviluppato dalla software house Bioware e ambientato nei Forgotten Realms, l’universo narrativo di Dungeons and Dragons, Baldur’s Gate è riuscito a trasporre le dinamiche di gioco tipiche di D&D all’interno di una console. Era il 1998.
Oltre vent’anni dopo, con Baldur’s Gate 3, assistiamo a una vera rivoluzione all’interno del medium videoludico. Il gioco cerca di essere il più fedele possibile all’esperienza del gioco di ruolo cartaceo originale. La narrazione e le possibilità di interazione sono i due segni distintivi di questo videogioco.
Storytelling e libertà di scelta: il cuore di Baldur’s Gate 3
Il giocatore può personalizzare il proprio personaggio e farlo interagire con l’ambiente attraverso una miriade di dialoghi e scelte. Ogni decisione implica qualche tipo di svolta – e possono essere davvero tante. L’evoluzione della storia è plasmata dalle scelte del giocatore.
Per come è impostato, Baldur’s Gate 3 offre una rigiocabilità elevatissima – un fattore molto apprezzato. Interpretare un mago scaltro offre un’esperienza molto diversa da quella di un bardo carismatico. I personaggi sono tanti, tutti diversi. Il gioco è rafforzato dall’eccellente scrittura dei protagonisti e dalla recitazione dei compagni di viaggio. Un narratore guida il giocatore attraverso ogni decisione, aiutandolo a scoprire la complessa trama del gioco.
Gameplay e rigiocabilità: un RPG al suo apice
In Baldur’s Gate 3 c’è un mondo all’interno di ogni creatura. E anche le missioni secondarie sembrano confluire nel climax del gioco. In definitiva, la dimensione narrativa è esplorata a fondo.
Per quanto riguarda il gameplay, l’interfaccia può essere controllata tramite joystick o tastiera, con la possibilità di passare dall’uno all’altro senza modificare troppo l’esperienza di gioco. Ciò che non è scontato in un RPG è che vi siano molte abilità e armi.
I combattimenti richiedono approcci completamente diversi. Il lancio di dadi poliedrici decide l’esito di una scelta. A questo si aggiunge una storia che esplora temi complessi, come la sessualità. Baldur’s Gate 3 affronta di petto il giocatore, offrendo scenari avvincenti e reagendo alle scelte, piegandosi e adattandosi per accogliere la creatività di tutti.
La rivoluzione di Baldur’s Gate 3: cosa ci insegna sul futuro del videogioco
I successi e l’apprezzamento che questo gioco gargantuesco e complesso è riuscito a conquistare sono meritati. Oltre al Gioco dell’Anno ai Game Awards, Baldur’s Gate 3 è riuscito a conquistare altre categorie, come il Player’s Voice Award, Best Performance, Best Community Support, Best Multiplayer e Best RPG . Non solo: Baldur’s Gate 3 ha anche trionfato ai Golden Joystick Awards, ai New York Games Awards, GameSpot e molti altri.
In poche parole, il suo riconoscimento è stato quasi universale.
Il concetto di partenza è lo stesso: il giocatore interpreta un ruolo, e l’universo attorno a questo cambia di continuo. Ma ciò che rende efficaci giochi come Baldur’s Gate 3 è la capacità di trovare un equilibrio perfetto tra un mondo sempre più plasmato dal progresso tecnologico e la naturale esigenza umana di raccontare storie.
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