Quando le classifiche degli sportivi, anche nel tennis, le stilavano i giornalisti, Nicola Pietrangeli era considerato tra i dieci tennisti più forti al mondo. Era l’epoca a cavallo tra la metà degli anni cinquanta e metà dei sessanta. Lo sport era in bianco e nero, a Roma c’era la Dolce Vita felliniana: via Veneto era il ritrovo di attori, attrici, politici e sportivi. La Roma bene divisa tra i caffè e gli alberghi di lusso con i paparazzi a caccia di foto rubate. Tra loro c’era anche un tennista italiano con la fama di playboy. Pietrangeli ha fatto da apripista a tutti i suoi successori, da Panatta fino a Sinner e Musetti. Nicola si è spento oggi a Roma all’età di 92 anni. Era nato a Tunisi ma è stato un romano di adozione. Era tifoso della Lazio. Stregato dalla banda Maestrelli.
Nicola Pietrangeli: icona del Tennis italiano
Unico tennista italiano ad essere inserito nella Hall of Fame del tennis mondiale. È stato numero tre al mondo. Ha vinto due Roland Garros, due volte gli Internazionali d’Italia, in tutto 48 titoli. Medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Messico 1968. E poi c’è la Coppa Davis: l’ha vinta da capitano in Cile nel 1976. I suoi ragazzi in squadra erano: Panatta, Bertolucci, Barazzutti, Zugarelli, fu un successo epico per il tennis italiano. Pietrangeli l’ha giocata alla grande in singolare, primatista mondiale con 164 incontri giocati. In doppio ha fatto sognare in coppia con Orlando Sirola, duo da record nella massima competizione a squadre del tennis mondiale: vantano il primato di coppia più vincente.
Rivalità e stima con Adriano Panatta
Il suo sorriso largo resta impresso nella memoria degli sportivi, pungente, ironico e sarcastico. Era solito dire la sua senza mezze misure. Con Adriano Panatta è stato amore e odio. Una rivalità dentro e fuori dal campo fatta di battute, botta e risposta al veleno ma c’è stato sempre rispetto e stima reciproca.
Tra le citazioni celebri di Pietrangeli quella volta in cui disse a un giovane Panatta: “Ragazzì guarda che le palle corte le ho inventate io”. Nel corso degli anni tra interviste e ospitate in televisione sulla rivalità che ha fatto parlare tutta l’Italia sportiva Pietrangeli in più di una occasione ha ammesso: “Sono figlio unico. Per me Panatta è stato il fratello più piccolo che non ho mai avuto”. Racconta poi del presunto tradimento di Adriano nei suoi confronti quando nel 1978 fu cacciato da allenatore della squadra di Davis.
Pietrangeli e Sinner, dichiarazioni e polemiche
Anche qui è stato un rapporto ad alta intensità: un pò come un nonno fa con il nipote dosando bastone e carota. Il gioco di parole sembra fatto apposta ma non lo è. Pietrangeli di cose su Jannik Sinner ne ha dette molte e crediamo fermamente nella sua sincerità. Come quando ha dovuto spiegare più volte che un uomo di novant’anni non può essere geloso di uno che ne ha 22.
“Sarei la persona più stupida del mondo se fossi geloso di Sinner. La sua storia mi piace, mi emoziona: dal piccolo paesino fino alla conquista del mondo, sembra una fiaba per bambini”, ha detto più volte l’ex icona del tennis italiano. Ogni volta che Pietrangeli ha parlato di Sinner si è sempre creato un caso. Su questo Nicola ha chiarito: “Ci resto male. Per me Sinner è diventato un campione con la C maiuscola, prima lo era con la minuscola”.
Al netto delle polemiche sul fatto che Sinner abbia frantumato ogni record da tennista italiano, Pietrangeli solo ultimamente ha bacchettato in modo deciso il numero due al mondo. In occasione della rinuncia all’ultima Coppa Davis nelle finali di Bologna che poi l’Italia di Berrettini e Cobolli ha vinto. “E’ stato uno schiaffo allo sport”, ha detto Pietrangeli motivando il forte legame con la Coppa Davis e come dal suo punto di vista è stato un dispiacere apprendere della decisione di Sinner di non vestire la maglia azzurra.
Gli amori e i dolori, dalla relazione con Licia Colò all’addio al figlio Giorgio
Il dolore più grande è stata la morte recente del figlio Giorgio. Una pagina lacerante della sua vita, ha sicuramente segnato in modo devastante gli ultimi anni di vita di Pietrangeli. “Sono stanco di essere stanco”, aveva detto l’ex campione commentando quella tragedia. Quanto agli amori che gli sono stati attributi, oltre mille, Pietrangeli negli anni ci ha sempre scherzato su. Li ha definiti esagerati. “Perfino Califano si è fermato a mille”, disse in un’occasione.
Di certo, Pietrangeli ha parlato di quattro grandi amori. Più volte lo ha fatto riferendosi alla storica relazione con Licia Colò durata sette anni “Pensavo fosse per sempre. Non ho mai capito perché è finita”, ha detto. E ancora la moglie e madre dei tre figli, Susanna Artero, dalla quale si è separato per via di alcuni tradimenti ammessi dall’ex campione. Poi c’è stata Lorenza: la storia è finita perché lei voleva sposarsi e Pietrangeli no. Più o meno stessa sorte con l’ultima compagna, Paola: è finita perché lei avrebbe voluto una convivenza e Pietrangeli no.
Cosa diceva Pietrangeli della morte
“Ogni sera prima di addormentarmi mi faccio il segno della croce. Spero come tutti di morire nel sonno. Finora mi sono sempre svegliato“, ha detto sorridendo quando gli hanno chiesto del suo rapporto con la morte. Anche in questo caso l’ironia di Pietrangeli è emersa nitidamente. La sfrontatezza di Nicola faceva il resto, perché la natura del personaggio è sempre stata questa.
Da vivo aveva già immaginato come avrebbe visto il suo funerale: “Si farà allo stadio Pietrangeli”, diceva, uno dei campi all’interno del foro italico nell’area degli Internazionali d’Italia. “Immagino almeno tremila persone, peccato che non potrò assistere per vedere chi c’è e chi non c’è. Nel caso piovesse possiamo rimandare e mettere la bara nel sottopassaggio. La musica? Beh, My Way non sarebbe affatto male”, diceva, sorridendo con tutta la sua leggerezza.