Eurovision 2026, boicottaggio di Irlanda, Spagna, Paesi Bassi e Slovenia: protesta contro il via libera a Israele

Postato il 05 Dicembre, 2025

La partecipazione di Israele alla 70ma edizione di Eurovision Song Contest 2026 ha scatenato una reazione dura di alcuni paesi europei che, per protesta, hanno annunciato il boicottaggio alla kermesse canora internazionale. Irlanda, Spagna, Paesi Bassi e Slovenia hanno ufficializzato il ritiro e la spaccatura senza precedenti con il board del contest.

Perché Israele è stato ammesso all’Eurovision 2026

Come accade, le televisioni dei Paesi concorrenti partecipano al confronto con il management di Eurovision, in Svizzera, per discutere del regolamento, delle partecipazioni e ammissioni. All’incontro di ieri giovedì 4 dicembre 2025, il direttore di Eurovision Song Contest, il britannico Martin Green, ha espresso soddisfazione per la partecipazione di Israele e del fatto che l’evento musicale non deve essere strumentalizzato come palcoscenico politico ma deve mantenere la sua neutralità e senso di inclusione.

All’incontro era presente anche la KAN, l’emittente televisiva israeliana. Il Ceo ha condannato il tentativo di esclusione di Israele: “Sarebbe stato un boicottaggio culturale. Potrebbe iniziare con Israele e finire chissà dove. È davvero per questo che volete che sia ricordata la 70ma edizione?”. Sull’incidente diplomatico – per ora solo sfiorato – è intervenuto anche il presidente israeliano, Isaac Herzog, che ha elogiato l’organizzazione per la solidarietà, fratellanza e compostezza: “Una vittoria su coloro che cercano di mettere a tacere Israele e diffondere odio”, ha detto.

La protesta contro Israele al festival canoro

La protesta contro la partecipazione di Israele alla 70ma edizione di Eurovision Song Contest era iniziata dalla rete. Migliaia di utenti si sono espressi contro la guerra nella Striscia di Gaza e a sostegno della Palestina. Una condanna forte all’incursione dei soldati israeliani dopo gli attacchi del 7 ottobre 2023 guidati da Hamas.

Ma non è tutto: al centro della protesta c’è il protrarsi del conflitto, la distruzione e la crisi umanitaria di Gaza, i continui attacchi di Israele per eliminare Hamas e il doloroso conto delle vittime. Per questo motivo i fan, hanno sottolineato che Israele non avrebbe dovuto partecipare ad una kermesse musicale dalla quale arrivano messaggi di pace e inclusività.

Il passo indietro di Irlanda, Spagna, Paesi Bassi e Slovenia

Il rumore più forte lo ha fatto la Spagna, che figura tra i cinque maggiori finanziatori della competizione canora più seguita al mondo. Madrid ha annunciato il passo indietro e dopo la decisione di includere Israele ha annunciato che non parteciperà, ritirando il suo contributo economico.

Anche gli altri ritiri annunciati hanno il loro peso: l’Irlanda ha vinto sette volte la competizione, i Paesi Bassi cinque. L’emittente televisiva olandese Avrotros ha spiegato in una nota: “la partecipazione è incompatibile con i nostri valori essenziali”. La rete spagnola RTVE da tempo aveva fatto sapere che avrebbe boicottato l’evento se fosse stato presente Israele. Anche per la slovena RTV la questione “resta invariata”.

La disputa su chi partecipa ed eventuali altre defezioni non è chiusa. Finlandia e Belgio hanno preso tempo e faranno sapere la loro decisione entro la prossima settimana. La Germania, controcorrente, aveva minacciato di non partecipare se fosse stata esclusa Israele.

Sul caso a ottobre era intervenuto anche il cancelliere Merz che aveva detto: “È uno scandalo che se ne parli. Israele ha un posto ed è lì”. A settembre si era discusso per un voto tra le televisioni partecipanti, proprio per sedare la tensione. Ma l’idea era stata rinviata dopo l’accordo sul cessate il fuoco firmato in Egitto. Non si escludono nuovi colpi di scena.

Record correlati