Playing Kafka | Quando l’assurdo diventa giocabile: l’eredità di Franz Kafka in un videogioco europeo
Distribuito il 21 maggio 2024, Playing Kafka è una storia interattiva punta-e-clicca sviluppata per commemorare il centenario della morte di Franz Kafka. Questo videogioco immerge i giocatori in un mondo caratterizzato da temi esistenziali e burocrazia complessa.
L’esperienza riflette lo stile e i temi caratteristici del celebre autore boemo, vissuto tra il 1883 e il 1924. L’opera nasce da una partnership pubblico-privata che vede da un lato il Piano Nazionale della Repubblica Ceca e l’Unione europea; dall’altro il Goethe Institut belga e il piccolo studio di gaming indipendente Charles Games. Quest’ultimo è specializzato nella creazione di titoli incentrati su storia e narrativa, che integrano elementi educativi. Fra questi c’è ad esempio il videogioco Ashti, nato per insegnare agli allievi della primaria nel Kurdistan iracheno a gestire le risorse idriche e la scarsità d’acqua.
Per Playing Kafka, il team si è ispirato a tre opere letterarie iconiche: Il processo, Lettera al padre e Il castello.
Dalla pagina al gioco: quando le opere di Franz Kafka diventano interattive
Playing Kafka si compone di tre capitoli diversi, ognuno ispirato a una delle opere menzionate. Chi gioca può modificare la storia mentre i dialoghi e l’epilogo rimangono gli stessi.
L’ultimo capitolo, Il castello, consente, nella fase finale del gioco , di scegliere tra più azioni possibili, poiché Kafka morì prima di concludere l’opera. Tuttavia, qualunque alternativa scelta conduce allo stesso epilogo.

Il videogioco fatica a replicare la profondità originale delle opere di Kafka. Per il primo e l’ultimo capitolo (Il processo e Il castello) è prevista circa un’ora e mezza di gioco. Questo lasso di tempo impedisce di riprodurre la complessa psicologia dei personaggi. Al contrario, il capitolo Lettera al padre offre una semplice ma accurata serie di brevi videogiochi che riflettono la relazione complicata dell’autore col padre. Incentrare la storia sulle memorie e le emozioni di Kafka migliora molto l’esperienza di gioco. La sequenza di azioni da utilizzare per aiutare l’autore a scrivere la lettera rievoca un’altra serie di minigiochi incentrati sulla narrazione, Florence, sviluppati da Mountains e pubblicati da Annapurna (The Unfinished Swan, Outer Wilds).

Il teatro kafkiano del Drag and Drop: un’esperienza di gioco tra teatro e burocrazia
In Playing Kafka, l’aspetto teatrale si fonde con l’esperienza di gioco. La tecnica principale consiste nel drag and drop, ossia nel trascinare e rilasciare oggetti e personaggi l’uno sull’altro nell’ordine corretto per attivare opzioni di dialogo ed eventi. Invece di uno spazio aperto in 3D in cui il giocatore può muoversi liberamente, il videogioco presenta una serie limitata di scene attraverso le quali il protagonista può muoversi. Questo trasforma Playing Kafka in una sorta di teatro interattivo, simile a una casa delle bambole, dove il giocatore fa entrare i personaggi in scena e interagisce con vari oggetti.
Lo stile minimalista e i protagonisti, simili a manichini senza volto, spogliano la storia di qualsiasi calore umano, allineandosi con l’inquietante isolamento che permea i romanzi di Kafka.
Il paradosso in Playing Kafka: l’assurdo e l’assenza di libertà nel videogioco
Le situazioni raccontate da Kafka e il senso dell’assurdo veicolato dalle sue opere sono così specifici da aver portato a coniare un aggettivo per descriverle, kafkiane. Considerando che ogni medium ha le proprie caratteristiche (e i suoi limiti), offrire la stessa esperienza giocando anziché leggendo è una vera sfida. Il fine ultimo di un videogioco è quello di intrattenere, come sottolinea Ian Bogost nel suo libro Play Anything: The Pleasure of Limits, The Uses of Boredom, and the Secret of Games.

Playing Kafka rende l’idea dell’assurdo, trascinando avanti e indietro chi gioca tra i vari livelli per svolgere compiti apparentemente inutili. Il significato complessivo non viene mai rivelato e giocare è l’unica strada da seguire. Inoltre, è inutile rigiocare una seconda volta, utilizzando le competenze acquisite. Il gioco non offre una vera libertà né un modo per rompere il circolo vizioso. In questo, rimane fedele alla frustrante realtà vissuta dai protagonisti dell’autore boemo. Come osserva Duncan Fyfe nella sua recensione per il Guardian:
Playing Kafka non suggerisce mai che ci sia qualcosa da raggiungere. È pieno di movimento senza progressi, di scelte senza conseguenze.
Night in the Woods è un altro videogioco che priva di significato le scelte del giocatore. A differenza di Playing Kafka, abbraccia questa ironia integrando perfettamente le caratteristiche del videogioco con il tema della storia. Ad esempio, a un certo punto il giocatore deve scegliere tra due opzioni di dialogo quasi identiche: “Hai sempre una scelta” e “Puoi sempre scegliere”.
Entrando nell’assurdo: dove giocare Playing Kafka e altri videogiochi ispirati a Kafka
Playing Kafka è disponibile gratuitamente su Google Play e Steam, dove ha ottenuto un riscontro molto positivo. È doppiato in inglese, tedesco e ceco.
Altri videogiochi ispirati allo scrittore ebreo praghese sono The Franz Kafka Videogame (2017) di Denis Galanin, The Metamorphosis (2020) di Izmir Games Collective e Metamorphosis (2020) di Ovid Works.
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