Heartstopper | La serie Netflix che ribalta i cliché dei teen drama
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Heartstopper | La serie Netflix che ribalta i cliché dei teen drama

Heartstopper | La serie Netflix che ribalta i cliché dei teen drama

Postato il 13 Settembre, 2025

Seasons

3

Runtime

26' - 33'
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“Il primo amore non si scorda mai” è un proverbio che si tramanda dall’alba dei tempi, una perla di saggezza popolare dalle origini sconosciute. Se proverbi come questo continuano a essere tramandati, incuranti dei cambiamenti terrestri e delle lotte dell’uomo, forse significa che hanno un fondo di verità. Chi non ricorda l’adrenalina della prima cotta? Il brivido sulla schiena quando gli sguardi si incrociavano? E quella scossa di quando le mani si stavano per toccare? O l’indescrivibile sensazione del primo bacio?

Heartstopper |
Una scena di Heartstopper (Netflix Media Center)

Forse proprio questo aspetto di Heartstopper ha messo d’accordo il pubblico e la critica. Il teen drama di Netflix è adattato dal fumetto online e dalla serie di fumetti a sfondo LGBTQ+ di Alice Oseman.

Alice Oseman scrive una storia confortante e inclusiva, ricca di valori educativi, che mette al centro un gruppo di liceali alle prese con i primi amori e le sfide dell’adolescenza. Il cast è composto da persone giovani e queer (oltre al cameo a sorpresa dell’attrice premio Oscar Olivia Colman) che hanno circa la stessa età dei personaggi che rappresentano, e riescono così a empatizzare meglio di chiunque altro con gli avvenimenti e le storie dei protagonisti. 

Per ultimo, questa storia d’amore e formazione, arricchita da animazioni 2D, spicca tra le serie TV adolescenziali per la sua dolcezza confortante, la semplicità, la tenerezza e per le prospettive positive che offre.

Heartstopper |
Kit Connor interpreta Nick Nelson. Heartstopper usa effetti animati in 2D per rispecchiare il fumetto originale.

Una storia d’amore queer che parla a tutti

Charlie (Joe Locke), studente gay e introverso, frequenta la Truham Grammar School for Boys. Dopo aver subito un outing e il bullismo l’anno prima, adesso è più deciso che mai a non nascondersi. Di rientro dalle vacanze invernali spera che le cose vadano per il verso giusto e di potersi mettere il passato alle spalle: vorrebbe dedicarsi solo a suonare la batteria e stare con gli amici. Fra loro c’è il cinefilo Tao (William Gao), il topo da biblioteca Isaac (Tobie Donovan), e la modaiola Elle (Yasmin Finney). Elle ha da poco iniziato a frequentare la Harvey Greene Grammar School for Girls dopo aver fatto coming out come ragazza transgender.

Ma un colpo di scena è in vista. Infatti, Charlie conosce il suo nuovo compagno di banco Nick (Kit Connor), un popolare giocatore di rugby. Fra i due nasce un’amicizia profonda che diventa presto qualcosa di più. Charlie e Nick iniziano quindi un viaggio altalenante di scoperta di sé e accettazione che li porta a innamorarsi.

Heartstopper controcorrente: perché non è come gli altri teen drama

Guardando Heartstopper, l’aspetto che spicca di più è il tono della narrazione. La serie, infatti, si allontana dai contenuti queer che il pubblico si è abituato a vedere nei teen drama attuali. Lo fa dando un taglio positivo e romantico, gioioso e speranzoso, distante dai racconti drammatici e cupi degli ultimi anni. Ciò non vuol dire che non siano inclusi temi più maturi. Piuttosto, si sceglie un approccio più sfaccettato nello sviluppo dei personaggi e dei loro archi narrativi. 

La serie riesce a offrire al pubblico – soprattutto al pubblico queer – una rappresentazione più costruttiva di temi come il coming out, l’identità, la salute mentale, il bullismo, l’omofobia e in generale dell’adolescenza queer al giorno d’oggi. Questo in un periodo in cui gli standard della rappresentazione queer sono personaggi emarginati, che sprofondano nei meandri della tossicità e delle droghe.

Per me l’importante è celebrare la gioia di essere queer. Prima di tutto voglio far sorridere le persone e migliorare la loro giornata, ma spero anche di ispirare i giovani queer a credere che possano trovare la felicità, l’amore e l’amicizia.

Alice Oseman in un’intervista per Netflix Tudum

Una narrazione ottimista oltre il dolore

Proprio in questa chiave, Heartstopper si oppone ad altri teen drama recenti come Elite, Sex Education ed Euphoria, tant’è che è anche stato definito “anti-Euphoria”. Anche se nel lavoro di Alice Oseman, come in quello di Sam Levinson, il focus narrativo è sulla Gen Z e sui personaggi LGBTQ+, le due serie hanno un taglio per certi versi opposto. Euphoria mostra uno spaccato della fragilità adolescenziale che a volte sfocia nella pornografia del dolore. Heartstopper mette in luce uno scorcio altrettanto vivido e realistico, ma è come se volesse dire allo spettatore: “Sappi che c’è anche quest’altro lato della medaglia”.

Oseman esplora questioni serie, ma vede il bicchiere mezzo pieno e sceglie di rassicurare il pubblico. Anche se la serie riflette la necessità di consapevolezza socio-politica sui temi raccontati, ne offre una narrazione spensierata e rassicurante. Un tipo di racconto che il pubblico etero è abituato a vedere (e scegliere) da sempre.

Ho la sensazione che molte persone queer crescano con la convinzione di non meritare l’amore perché non hanno la stessa quantità di persone con cui uscire o la stessa rete di supporto delle persone etero. È per questo che è così bello che in Heartstopper anche i personaggi queer abbiano la propria rete.

Joe Locke in un’intervista per The Independet

Nel complesso, Heartstopper, imponendosi con una narrazione positiva che sposta il focus dal dolore alla sorpresa della scoperta di sé, come scrive Paste Magazine, “getta una base forte perché la prossima generazione di spettatori possa fruire di rappresentazioni positive e inclusive dei personaggi queer”. 

Heartstopper |
Yasmin Finney interpreta Elle Argent e William Cao interpreta Tao Xu (Netflix Media Center)

Dal fumetto allo schermo: fedeltà e innovazione

Il rispetto dell’opera originale è uno dei compiti più difficili del lavoro di adattamento: bisogna mantenerne lo spirito e conservarlo mentre lo si adegua al nuovo medium. Una grande responsabilità quando si parla di una graphic novel. Alice Oseman però si è dimostrata capace di portare sullo schermo un po’ della magia delle sue illustrazioni. Sicuramente, la cosa che colpisce di più lo spettatore – soprattutto i fan più fedeli del fumetto –  è il modo in cui celebra e richiama la fonte del materiale. E lo fa incorporando elementi di animazione 2D nel live action. 

Anna Peronetto, animatrice 2D e artista di storyboard italiana, ha creato tutte le animazioni usando gli storyboard di Oseman. Il risultato sono i disegni colorati che compaiono durante la serie, enfatizzando i “momenti Heartstopper“, quegli istanti mozzafiato carichi di romanticismo spensierato. Le scintille quando le mani di Nick e Charlie si toccano, i fiocchi di neve che si posano delicatamente su di loro, i pappagalli inseparabili, le foglie che svolazzano per lo schermo come i fiori di ciliegio tipici dell’animazione giapponese. Queste animazioni fanno risaltare la tenerezza delle scene più romantiche e trasmettono ciò che passa per la mente e nei cuori dei personaggi. 

Una scelta premiata anche da Google con un Doodle dedicato a Heartstopper.

Heartstopper |
Kit Connor interpreta Nick Nelson e Joe Locke interpreta Charlie Spring. (Netflix Media Center)

Il mix di live action e animazione si è visto in film che hanno fatto la storia, come Mary Poppins (1964), Pomi d’ottone e manici di scopa (1971), Chi ha incastrato Roger Rabbit (1988) e Come d’incanto (2007). Ma anche Space Jam (1996) o Looney Tunes: Back in Action (2003).

Colori, luci e bisexual lighting: l’estetica queer della serie

Siccome i fumetti sono completamente in bianco e nero, a eccezione delle copertine in tono pastello, il team creativo ha affrontato anche la sfida di dare luce e colore alla serie TV. La direttrice della fotografia, Diana Olifirova, ha sviluppato una palette di colori che trasmette il romanticismo e la tenerezza di tutta la storia. Ma è soprattutto l’interazione tra luci e colori che sottolinea e valorizza l’anima queer di Heartstopper. Il risultato è una palette di colori accesi che vanno dal blu e turchese al rosa, arancio e giallo.

Un dettaglio saltato all’occhio di molti spettatori è l’uso del “bisexual lighting”, un effetto visivo che travolge i personaggi in scena con luci rosa, blu e viola. Gli stessi colori si ritrovano nella bandiera dell’orgoglio bisessuale e Heartstopper ha molte scene con questa estetica. Patrick Walters, il produttore, ha spiegato che l’illuminazione è stata usata di proposito e compare la prima volta nella scena in cui Nick riesce finalmente ad accettare i propri sentimenti per Charlie.

Negli ultimi anni il bisexual lighting è diventato oggetto di dibattito sui social. I fan hanno voluto condividere esempi di film, serie tv o video musicali che usano specificamente questa estetica. Alcuni dei più citati sono il video di Make me feel di Janelle Monae (2018), i film Moonlight (2016) e Blade Runner 2049 (2017) e l’episodio “San Junipero” della serie Black Mirror.

A un certo punto, che fosse intenzionale – come in Heartstopper – o no, il bisexual lighting è diventato un fenomeno, un dispositivo narrativo per film e serie TV.

Heartstopper |
Kit Connor interpreta Nick Nelson e Joe Locke interpreta Charlie Spring (Netflix Media Center)

Ribaltare i cliché del teen drama in chiave queer

Come i proverbi, i cliché narrativi sono sempre esistiti e continuano a esistere, in forme diverse. E proprio come i proverbi sono arrivati fino a noi perché hanno un fondo di verità. Spesso sono rassicuranti perché corrispondono alle aspettative dello spettatore. Heartstopper su questo non fa eccezione, ma riesce a ribaltare tutti gli stereotipi.

Penso sempre che i cliché esistano per un motivo. Anche se possono sembrare inflazionati, quando riguardano i personaggi queer probabilmente non se ne vedono così tanti come si pensa.

Alice Oseman in un’intervista per Netflix Tudum

Oseman riesce ad usare i cliché del teen drama e reinventarli in versione queer. Primo fra tutti, il bacio romantico sotto la pioggia, che non può mancare nelle commedie romantiche che si rispettino. Ma c’è di più. La scrittura originale e acuta di Heartstopper offre allo spettatore una rappresentazione dell’adolescenza queer che smonta tutti gli stereotipi di genere

Charlie è un ragazzo gay che suona la batteria e scopre di essere bravo a giocare a rugby. Tutti pensano che Nick sia etero perché è il capitano della stessa squadra. Tao è a suo modo una “pecora nera” perché mostra un “altro modo” di essere etero.

Anche il rapporto degli adolescenti con la tecnologia è degno di nota perché realistico e con un taglio positivo. Si vedono spesso i personaggi che scrivono messaggi, cambiano idea e li cancellano per poi scriverne di nuovi. Li vediamo online e aspettiamo con la stessa trepidazione di quando sullo schermo compare “sta scrivendo…”. In particolare, come fa notare Rachel Aroesti sul Guardian: “La tecnologia in Heartstopper è anche il mezzo primario per la scoperta di sé”.

Heartstopper |
Image courtesy of Netflix Media Center

Un futuro promettente per la rappresentazione LGBTQ+

Heartstopper si dimostra una serie attenta a ogni minimo dettaglio. Il risultato è una narrazione spensierata che mette in luce un nuovo modo di parlare di adolescenza queer, con un risvolto formativo ma senza presunzione. Attraverso il tono speranzoso ha ricordato agli spettatori che nelle storie dell’adolescenza non c’è solo dramma. Sono vicende complesse e sfaccettate, proprio come i loro protagonisti.  

Online si possono trovare molti dettagli sulla produzione di questo adattamento. Spettatori e lettori possono anche imparare a disegnare nello stile di Oseman, grazie alla lezione che l’autrice ha dato al cast.

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