Melissa Vargas e i suoi segreti | La campionessa che ha lasciato Cuba per vincere in Turchia

Postato il 08 Settembre, 2025

Uno stile riconosciuto in tutto il mondo. Anche il Leader Maximo Fidel Castro si è convinto dell’importanza delle donne cubane nella pallavolo, tra fine anni settanta e inizio novanta. Portatrici di messaggi che vanno oltre lo sport. Così nasce la tradizione del volley a Cuba, che ha portato alla conquista di tre ori olimpici (1992, ’96 e 2000) e due mondiali consecutivi, nel ’94 e nel ’98. Le famose Morenas del Caribe hanno tracciato la strada, spazzato via il dominio del Giappone e scritto una pagina di storia.

Il dominio delle donne cubane in questo sport è diventato un simbolo di libertà e riscatto in un paese soffocato prima dall’embargo e poi dalle difficoltà economiche e sociali. Per le ragazzine che nascevano tra l’Avana e Cienfuegos il sogno di diventare campionesse del volley coincideva con un desiderio di autoaffermazione ed emancipazione. Lo stesso sogno brillava negli occhi di Melissa Vargas, la 25enne che ha dominato la finale mondiale Italia-Turchia, il 7 settembre a Bangkok. Capelli biondissimi e corti, corpo statuario e segnato da tatuaggi, la pallavolista ‘die hard’ ha creato non pochi problemi all’Italia nella conquista del titolo mondiale 2025.

Melissa Vargas: perché ha lasciato Cuba

Carattere rock, estrosa con un talento smisurato. A Cuba lo avevano capito molto presto: all’età di 13 anni Melissa Vargas ha esordito in Nazionale. Nel 2014, appena 15enne, è stata la migliore realizzatrice tra Coppa Panamericana e Giochi centramericani. Nel 2015-16 Vargas aveva ottenuto il permesso di poter giocare in Europa, in Repubblica Ceca con il Prostjov. Fece il double: coppa nazionale e titolo. Poi un grave infortunio alla spalla l’ha tenuta lontano dal campo per diverso tempo. È quella l’occasione dello strappo tra la famiglia della stella e la Federazione cubana.

Al tempo, il governo della pallavolo di Cuba aveva regole molto rigide. Proprio la diaspora con la famiglia è costata a Vargas una squalificata di 4 anni, con tanto di denuncia. Non è mai stato chiarito si sia trattato di una vendetta; di certo c’era solo uno stop molto lungo con il rischio di compromettere la carriera della giovane promessa del volley.

L’esplosione tra Turchia e Cina

Nel 2018, dopo la squalifica, Melissa Vargas prima va a giocare in Svizzera e poi in Turchia col Fenerbahce: è l’inizio della rinascita. Alterna la formazione di Istanbul a quella cinese del Tianjin. Vince titoli di squadra e personali in entrambi i Paesi. Nel 2019 inizia l’iter per essere naturalizzata turca. Due anni dopo riceve la cittadinanza dal presidente Recep Tayyip Erdogan. Nel 2023 vince l’oro agli Europei di Volley femminile e anche i titoli personali come miglior schiacciatrice e MVP del torneo. Nel 2025 l’argento ai Mondiali, secondi solo all’Italia del ct Julio Velasco. Vargas eletta ancora miglior opposto mondiale.

Melissa Vargas: cani, tatuaggi e look

194 centimetri di potenza, look stravagante, la passione per i tatuaggi e cani. Il mondo Vargas fuori dal rettangolo di gioco porta ancora la vivacità dell’alma di Cuba. I tagli o colori di capelli cambiano spesso, rappresentano i diversi stati d’animo della giocatrice. I dread biondi corti sono i suoi preferiti. I tatuaggi, sono tanti e portano dietro le diverse esperienze di vita: da Cuba alla Turchia, passando per la Cina, con simboli sul corpo che hanno un valore molto personale.

E poi ci sono i suoi inseparabili cani: razze diverse, un amore profondo raccontato sul profilo Instagram. Come tante giovani della GenZ, i social sono il diario dove scoprire le passioni della schiacciatrice più forte del mondo. Sottorete va a tempo di musica, inseparabile compagna di viaggio tra allenamenti e momenti di relax. La salsa, quando ha nostalgia delle origini; rock e rap duro per gli allenamenti più intensi. Sessioni vigorose che spesso mostra nei video postati sui social. E poi c’è lo stile Vargas: Melissa ama anche gli abiti eleganti e, molto spesso, oversize. Giacche o abiti larghi e scuri indossati sulle camicette o gilet. Un paio di cuffie e Vargas vola nel suo mondo.

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