60 anni di

Postato il 15 Settembre, 2025

Una notte intera passata a raccontarsi dei loro cibi preferiti nella camera d’albergo di un amico di Paul McCartney. È 1963, i Beatles avevano appena terminato il concerto evento alla leggendaria Royal Albert Hall di Londra. Jane Asher, giovane modella, al tempo 17enne, era nel backstage per un servizio fotografico. Tra sessioni di prove, viavai dal palco con fotografi, telecamere accese e musicisti, Paul nota Jane. Dopo i rispettivi impegni gli entourage dei due creano un’occasione d’incontro: è l’inizio di una storia magica. Un anno e mezzo dopo, Asher è maggiorenne e nasce la storia d’amore che ha ispirato molti dei brani scritti e suonati dal baronetto di Liverpool con i Beatles.

In diverse interviste, McCartney ha detto di aver capito subito che Jane era “quella giusta”. Negli anni sessanta i Beatles erano già un mito; difficile la vita mondana della coppia, inseguita da fotografi e giornalisti. Paul decide di trasferirsi a casa della modella. Nella soffitta di Asher, al 57 di Wimploe Street a Londra, nel mezzo di una notte, in un sogno, riemergono dal passato i discorsi dei due sui cibi preferiti. Si materializza una melodia, McCartney si sveglia di soprassalto, va al piano e prova quelle note. Gli sembra di averla già sentita. Non ricorda chi ha composto quella musica. Le note erano l’inizio di Yesterday, brano icona dell’ex Beatle.

Scrambled Eggs diventa Yesterday: la storia

Nasce tutto da un sogno, una melodia che Paul McCartney aveva in testa. Mancavano le parole, così decide di aggiungerle a caso pensando proprio ai cibi preferiti dei quali aveva discusso con la sua compagna Jane Asher. Yesterday avrebbe potuto chiamarsi Scrambled Eggs (Uova strapazzate). Ovviamente il cantautore non era convinto così come il resto della band che più volte ha bocciato le proposte dell’artista. “È stato un viaggio caldo e polveroso”, ha raccontato poi McCartney parlando della genesi di quella canzone, diventata leggendaria.

Cosa c’entra John Lennon

Il progetto è solo di Paul anche se tra i crediti compare John Lennon. In realtà l’artista britannico, che con l’amico McCartney condivideva la scrittura dei brani dei Beatles, gli dà solo un consiglio: utilizzare un’unica parola per il titolo del brano. Nel 2017 McCartney aveva rivelato alla Bbc come i due amici componessero spesso i pezzi della band mettendosi uno di fronte all’altro. Lennon in quel caso si limitò solo a quella indicazione.

La svolta arriva durante una vacanza della coppia nel 1965. Mentre Jane dormiva, Paul guidava lungo le colline del Portogallo. Un viaggio passato a pensare e ripensare alla melodia, alla ricerca delle parole di quella fatica musicale che non voleva finire. All’improvviso la luce. La coppia era ospite nella villa di un musicista amico di Paul. McCartney è convinto di aver trovato la chiave giusta. Chiama il suo amico al quale chiede se in casa ha una chitarra. Quando arriva a destinazione inizia a suonare: due settimane dopo Yesterday è finalmente pronta. L’etichetta dei Beatles rifiuta di produrla come singolo. L’americana Capital Records invece non si lascia sfuggire l’occasione: il 13 settembre 1965 Yesterday è sul mercato. Arriva a metà degli anni sessanta, romantica e raffinata. Il brano è subito un successo: scala in breve le classifiche mondiali e fa la storia.

A chi è dedicata Yesterday

John, Ringo e George non erano convinti che Yesterday avrebbe avuto successo. Lennon ha più volte espresso perplessità sul testo. Solo poco prima di essere brutalmente assassinato, tempismo incredibile, disse: “È la cosa migliore che Paul abbia fatto”.

Ieri,
tutti i miei problemi sembravano allontanarsi
Adesso sembrano quasi che stiano di casa qui
Oh io credo in ieri

Perché lei se ne è dovuta andare?
Non so, non l’ha voluto dire
Ho detto qualcosa di sbagliato
Ora vorrei che fosse ieri

Ieri,
l’amore era un gioco così facile da giocare
Ho bisogno di un posto dove nascondermi
Oh, io credo in ieri.

“Versi brevi, possono funzionare. Ma il testo non dice nulla. Non ha alcun senso” una stroncatura totale. Così inizialmente Lennon aveva sentenziato sul lavoro dell’amico Paul. Un pezzo diverso da quella che al tempo era la musica della band. McCartney infatti eseguiva il brano da solo. Ci sono voluti diversi mesi di lotte interne per togliere il veto alla canzone e permettere al baronetto di Liverpool di poterla eseguire durante i concerti dei Fab Four.

Pur essendo stata concepita in un sogno, durante la relazione tra McCarteny e Asher, la canzone non è una dedica all’ex compagna dell’artista britannico.

McCartney infatti ha più volte raccontato come il brano è stato scritto pensando alla madre, soprattutto dopo la sua morte. Una ferita profonda per l’artista che al tempo aveva solo 14 anni. La donna è mancata il 31 ottobre del 1956.

Yesterday ha più di 3000 cover: McCartney svela le preferite

È il brano più coverizzato al mondo. Ne esistono oltre 3000 versioni uffIciali. Ma c’è di più: ci sarebbero anche gli omaggi – mai pubblicati – di alcuni grandi artisti della musica globale. Fra questi ci sarebbe anche Bob Dylan, dopo aver cambiato più volte idea sulla validità del pezzo. MTV l’ha eletta “miglior canzone pop” del XX secolo. La critica ne ha esaltato la genialità: le migliaia di cover realizzate confermano che Yesterday è un brano memorabile.

Così, durante una puntata recente del Late Show, storico programma televisivo della CBS, Paul McCartney ha raccontato quali sono le cover preferite del suo brano. L’assist è stata una domanda di Stephen Colbert, che lo stava intervistando su Beatles, il film realizzato sulla storia dei Fab Four.

Paul ha calato un poker d’assi su cui effettivamente non c’è nulla da eccepire.

Yesterday cover: da Elvis a Ray Charles

Quando cita Elvis in studio McCartney ne accenna quasi l’imitazione decisamente divertente. Poi fa sul serio e racconta le versioni che preferisce: “Le migliori sono di Frank Sinatra nel 1969, di Elvis sempre nel 69′, quella di Ray Charles nel 1967 e Marvin Gaye nel 1970”, spiega.

Sinatra ha inserito Yesterday nel suo album My Way. Una raccolta di brani famosi rivisitati nel suo stile inconfondibile. Il legame dell’artista americano con i Beatles è sempre stato molto forte, e viceversa. Durante i live, nel suo classico smoking nero, elegantissimo, diceva spesso: “Amo molto questo brano”.

Stesso copione per Elvis Presley: altro grandissimo estimatore dei Fab Four. Cantò per la prima volta Yesterday durante un live a Las Vegas. Così come per Hey Jude divenne abituale sentire Elvis omaggiare i ragazzi di Liverpool.

E poi c’è Ray Charles: vale la pena ascoltare la sua versione – pianoforte e voce graffiante – durante un live in Australia nel 1988. Il re del soul trasformò la ballata in un’occasione speciale: fece incontrare due mondi opposti e ci mise del suo, coinvolgendo tutta la band che lo accompagnava. Un mix di magia: soul, blues e pop insieme.

Infine, ma non per gradimento di Macca che l’ha eletta la sua preferita in assoluto, c’è la cover di Marvin Gaye. Il mito dell’R&B si era messo in testa di voler provare a rifarla cambiandole veste: “Vorrei perfezionare la musica. Ci devono pur essere altre note da qualche parte del pianoforte”. È così che disse parlando di Yesterday.

Nel 1970 esce il fandom di Yesterday in versione Marvin Gaye. È contenuto nell’album That’s the Way Love Is, il decimo lavoro in studio. L’artista americano porta una ballata pop in versione R&B. Un livello nuovo. La voce nera spacca al primo ascolto. Musicalmente aggiunge bassi, archi e synth che avvicinano il brano al feeling del Rhythm and Blues, con basi ritmiche tipiche della musica popolare afroamericana. La magia si compie ancora una volta.

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