Bones and All | Il film di Luca Guadagnino come metafora dell’adolescenza
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Quando Luca Guadagnino presenta alla Mostra del Cinema di Venezia del 2022 il suo teen drama horror Bones and All, il regista italo-algerino si presenta al festival come un nome già noto per i suoi film indipendenti e coraggiosi. Tra questi, Chiamami col tuo nome (2017) e Suspiria (omaggio del 2018 all’opera omonima di Dario Argento del ‘77).
Anche se il film tocca temi ricorrenti nella filmografia del regista, l’effetto d’insieme di Bones and All risulta sorprendente. Cosa bisogna aspettarsi quindi approcciandosi a questa esperienza cinematografica? Sicuramente sangue a fiumi.
Bones and All: due adolescenti alla scoperta di sé
Maren Yearly (Taylor Russell) è un’adolescente che vive col padre (André Holland). Non sembra molto diversa dalle sue amiche, forse solo un po’ più timida. Finché un giorno non decide “assaggiare” una di loro, mordendole un dito. Per il padre questo è troppo. Dopo l’incidente, i due si trasferiscono in un altro Stato, ma presto Maren viene abbandonata dal padre e deve sopravvivere da sola, convivendo con l’impulso irrefrenabile di mangiare le persone.
Maren scopre in fretta di non essere l’unica “mangiatrice” e conosce una serie di personaggi, come lo strambo Sully (Mark Rylance), con cui esplora la propria condizione e altri problemi adolescenziali più comuni. Dopo una relazione con Lee (Timothée Chalamet), un altro mangiatore della sua età, Maren deve decidere se continuare a uccidere e mangiare altre persone o andare contro la propria natura e provare a vivere come una ragazza normale.
Sopravvivere tra passato e identità
Prima di andarsene, il padre di Maren le ha registrato un messaggio su una cassetta. In questo audio, che la ragazza ascolta per la maggior parte della storia, viene ricostruito il suo passato. Bones and All gioca con questo elemento: racconti e flashback vengono inseriti nel presente, collegando la ricerca di un’identità alla ricostruzione del proprio passato. Questi flashback sono gli unici momenti in cui la regia attira l’attenzione su di sé, facendosi notare.
La colonna sonora, invece, è molto presente durante il film. Dà profondità a molte scene grazie al lavoro dei compositori Trent Reznor e Atticus Ross, che avevano già lavorato insieme a film acclamati, come The Social Network. La musica, principalmente tesa e inquietante, trasmette ansia, ironia e riempie da sola di significato diversi momenti del film.
Adolescenza e desiderio: l’età della fame
Bones and All affronta uno dei temi più cari a Guadagnino, l’adolescenza e la scoperta di sé e dell’amore, e li mescola con una narrazione disturbante e bramosa di sangue vista anche in Suspiria. Il risultato è un film che mostra i suoi protagonisti alle prese con un mondo per cui sono ancora troppo giovani. Anche se in realtà, tolto il senso di colpa, negano qualsiasi conseguenza del loro cannibalismo: risvolti legali, indagini o qualsiasi altro effetto delle uccisioni.
Per questo, nonostante la trama simile, il tono assomiglia meno a Raw di Julia Ducournau ed è più leggero ed ironico. Rylance, per esempio, è una presenza grottesca che genera una risata qua e là con la sua balbuzie e l’apparenza eccentrica.
Con Bones and All, Luca Guadagnino conferma un particolare interesse per l’esplorazione dell’horror, e per ora sembra volerlo affrontare senza abbandonare i suoi temi e attori abituali. Anche se queste scelte potrebbero frenare gli amanti del genere, si prestano a dare vita a storie nuove e imprevedibili. Bones and All è zeppo di sangue, cannibalismo e momenti cupi, ma non si limita a questo. Se gli spettatori hanno lo stomaco per affrontare qualche corpo masticato, l’opera di Guadagnino apparirà loro più che altro come un grottesco teen drama sull’identità.
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