A San Gimignano, città toscana nota per le sue torri medievali, con la mostra Anima Etrusca / Etruscan Soul. La fortuna del Progetto Etruschi si celebra l’influenza che l’arte etrusca ha avuto sulla contemporaneità.

CL Leonardo Morfini (Archivio FMS)
Meno celebrati dei Greci, meno documentati dei Romani, gli Etruschi hanno a lungo occupato un posto più limitato nei nostri libri di storia. Eppure, nelle tracce sottili e misteriose che questo popolo ha lasciato dietro di sé si cela un fascino enigmatico. La cultura etrusca continua a risuonare nel nostro tempo.

Courtesy Fondazione Musei Senesi
Fino all’11 gennaio 2026, nelle sale dello splendido Complesso di Santa Chiara, bronzetti, urne e vasi di epoca etrusca dialogano con opere d’arte contemporanea, oggetti di design, vestiti e gioielli.
Il Progetto Etruschi | L’inizio di una riscoperta
Il 1985 è un anno cruciale per la riscoperta della storia di un popolo fino ad allora relegato a discorsi accademici. Con il Progetto Etruschi, la Regione Toscana intraprende, infatti, un percorso innovativo destinato a lasciare un segno nella storia di quella che oggi chiameremmo divulgazione archeologica.
L’iniziativa, articolata in mostre, conferenze e pubblicazioni, propone una lettura nuova e dinamica del mondo etrusco, unendo rigore scientifico e sensibilità contemporanea. Grazie all’anno degli etruschi 1985, la cultura di questa civiltà, apparentemente a noi lontana, esce dagli spazi tradizionali dell’archeologia per tornare a dialogare con il presente. A diventare parte viva dell’immaginario collettivo.
Anima Etrusca a San Gimignano, a distanza di quarant’anni dal Progetto Etruschi, vuole rivivere quei momenti. Curata da Anna Mazzanti e Giulio Paolucci, organizzata da Fondazione Musei Senesi, Comune di San Gimignano, Musei Civici e Opera Laboratori, si colloca nel calendario delle celebrazioni del quarantennale, promosso dalla Regione Toscana.
Entrando nelle sale espositive, si inizia il percorso ripercorrendo gli avvenimenti del 1985. Documenti dell’epoca, manifesti, campagne pubblicitarie e planimetrie svelano le scelte avveniristiche ideate in occasione dell’anno etrusco. È una vera rivoluzione in campo culturale. La polvere che, fino ad allora, ricopriva l’arte etrusca viene soffiata via con strategie comunicative moderne e slogan efficaci.

Courtesy Fondazione Musei Senesi
“Buongiorno Etruschi” si legge sul manifesto promozionale del progetto, realizzato da Fernando Farulli per la Regione Toscana. Viene ideato persino il merchandising dell’evento. Su agende, adesivi, magliette e felpe compare il logo di Farulli, ispirato a un bronzetto etrusco.
Etruschi e arte contemporanea | Da Michelangelo Pistoletto ad Arnaldo Pomodoro
Una sezione della mostra è interamente dedicata al dialogo tra arte etrusca e arte contemporanea. Ad accoglierci L’Etrusco di Michelangelo Pistoletto. Nato a Biella nel 1933, Pistoletto è considerato uno dei protagonisti dell’Arte Povera. Movimento nato in Italia negli anni sessanta del Novecento, attraverso materiali ‘poveri’, cioè semplici e d’uso comune, mirava a far riflettere sul senso dell’arte nella società contemporanea.

CL Leonardo Morfini (Archivio FMS)
Le opere di Pistoletto riflettono spesso sul rapporto tra arte e vita, realtà e rappresentazione. L’artista, infatti, è celebre soprattutto per i suoi Quadri specchianti. In essi, utilizza superfici riflettenti che coinvolgono lo spettatore nell’opera, rendendolo parte dell’immagine. L’Etrusco fa parte proprio di questa serie. Realizzato nel 1976, è una copia della statua etrusca L’Arringatore (Firenze, Museo Archeologico Nazionale) posta davanti a uno specchio.

CL Leonardo Morfini (Archivio FMS)
Trovandoci davanti a essa, ci rivediamo riflessi insieme ad Aulo Metello raffigurato nell’atto di parlare al popolo. Passato e presente sono all’interno dello stesso specchio, in un dialogo diretto. L’Arringatore, con il suo braccio alzato, ci indica la strada. Diventa metafora del bisogno di guardare oltre i limiti della modernità.
Arnaldo Pomodoro | Un dialogo con le necropoli etrusche
Michelangelo Pistoletto non è, però, l’unico artista ad aver instaurato un dialogo con l’arte etrusca. Le antiche necropoli etrusche scavate nel terreno ispirano un altro nume tutelare dell’arte contemporanea: Arnaldo Pomodoro. Quando, nel 1973, partecipa a un concorso per progettare il nuovo cimitero di Urbino, elabora una soluzione che richiama proprio le tombe etrusche. Il luogo designato è su una collina. Un edificio impattante avrebbe stravolto il bel paesaggio urbinate. E così, all’artista viene in mente di creare dei solchi-viali nel pendio, al cui interno collocare gli oculi. L’idea si rivela vincente, ma purtroppo non è stata mai portata a compimento.

CL Leonardo Morfini (Archivio FMS)
In mostra, il progetto per il cimitero di Urbino esalta la genialità dell’idea di Pomodoro. Rispettando le dolci forme della collina, l’artista costruisce un percorso a forma di croce che mette in dialogo morte e vita, terra e cielo. Una scultura all’interno del paesaggio.

Courtesy Fondazione Musei Senesi
Arte etrusca e design moderno | Un dialogo vincente
Una delle sale più suggestive della mostra è dedicata al dialogo tra design moderno e arte etrusca. Spiccano delle riproduzioni di vasellame e bronzetti etruschi ad opera della manifattura fiorentina Ginori. Punto di riferimento per la lavorazione della porcellana, il suo marchio di fabbrica è l’uso di un bianco splendente unico nel suo genere.

Courtesy Fondazione Musei Senesi

In occasione del Progetto Etruschi del 1985, viene concesso a Ginori di effettuare dei calchi di opere etrusche e ricrearle in porcellana. Vasellame di vario tipo e raffinati bronzetti raffiguranti animali acquistano così una nuova veste. Dal nero cupo del bronzo al bianco acceso Ginori: una rinascita per l’arte etrusca, illuminata da nuova luce.

CL Leonardo Morfini (Archivio FMS)
Anche Gio Ponti, tra i più importanti architetti e designer italiani del Novecento, non manca di misurarsi con il passato etrusco. Immagina quindi di reinterpretare la tecnica del bucchero. Un tipo di ceramica leggera, nera e lucida usata dagli etruschi per realizzare vasellame. I buccheri etruschi diventano, così, oggetti di design moderno. E Gio Ponti dimostra l’eleganza senza tempo di linee e forme ideate più di duemila anni fa.
Vestiti, gioielli, profumi | Moda dall’anima etrusca
Tra le varie sezioni della mostra, spicca poi quella dedicata a come il mondo della moda ha subito la fascinazione etrusca a cavallo dell’anno etrusco. Salta subito all’occhio un abito con copricapo, dal taglio squadrato. È opera della designer italiana Cinzia Ruggeri, conosciuta per il suo approccio sperimentale e ironico alla moda, al design e all’arte contemporanea.

CL Leonardo Morfini (Archivio FMS)
Diversi abiti da lei ideati celano un’ispirazione etrusca. Ruggeri immagina infatti di ‘animare’ i motivi decorativi dei vasi etruschi. Figurine dalle tuniche squadrate ‘escono’, dunque, dalla loro prigione di ceramica per prendere vita.

Courtesy Fondazione Musei Senesi

Dietro, vinile di Aristocratica
Courtesy Fondazione Musei Senesi
Da quest’idea nascono alcuni degli abiti più iconici della stilista come quello presente in mostra, Omaggio a Escher (collezione privata), o come Omaggio a Levi Strauss (Londra, Victoria and Albert Museum). Abito che, peraltro, viene indossato da Antonella Ruggero dei Matia Bazar per la cover del vinile Aristocratica.

Courtesy Fondazione Musei Senesi

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Courtesy Fondazione Musei Senesi
Riprendono vita anche le tecniche orafe etrusche, come la filigrana e la granulazione, in gioielli ispirati a quelli ritrovati nelle antiche necropoli. Fermagli, spilloni, orecchini tubolari e collane con lastre istoriate brillano nelle teche della mostra.

Infine, un Eau de Parfum pour Homme testimonia come persino nell’industria dei profumi gli etruschi abbiano fatto breccia. La fragranza, ideata dall’artista e orafo Luigi Quaglia in occasione dell’anno etrusco, vuol essere una celebrazione di quella remota civiltà e della loro terra: la Toscana. Le note di magnolia unite a legni esotici sono contenute in una boccetta in terracotta, materiale ruvido e caldo, tipico del territorio.
Anima Etrusca | Gli etruschi ci somigliano
La mostra Anima Etrusca / Etruscan Soul. La fortuna del Progetto Etruschi è, in definitiva, un ponte tra epoche. Un percorso che collega l’età etrusca con il nostro tempo, passando per il 1985, anno in cui il Progetto Etruschi prese forma. Un dialogo aperto tra l’antico e il moderno, tra memoria e reinterpretazione.

CL Leonardo Morfini (Archivio FMS)
Il blu, colore dominante delle sale, sembra evocare la profondità del tempo e dell’enigma etrusco, finalmente svelato. È un colore che parla di spiritualità, di silenzio. Ma anche di eleganza e contemporaneità. Una soglia visiva e simbolica, capace di unire l’aura sacra delle divinità etrusche con la sensibilità estetica del presente.
In fondo, gli Etruschi ci somigliano. Nella loro arte che intreccia sacro e quotidiano, vita e mistero, ritroviamo la stessa inquieta bellezza che anima il nostro tempo. Attraversando lo spazio espositivo, il passato non è solo ricordato, ma rivissuto. L’eco degli Etruschi riecheggia nel contemporaneo.